La data del mio tour "La voce del cuore", oggi mi ha condotto a Bologna.
Molte cose non sapevo di questa città, ad esempio è una delle città più ricca di tracce medioevali di tutta l'Italia, è per un Cantastorie, che è ritornato appunto da quel tempo, è stato stimolante ed eccitante passare su quei luoghi cosi cari ai miei avi.
Molte cose colpiscono di Bologna, soprattutto il suo mistero, il suo lato esoterico, la sua storia.
Famoso è il racconto dei 7 segreti di Bologna.
Il vaso rotto in cima alla torre degli Asinelli, L'erezione del dio Nettuno in piazza Maggiore, la finestrella della piccola venezia, Cannabis protectio, le tre frecce, il Panum resis e il telefono senza filo nel voltone della podestà.
Mi trovavo da solo e non so dirvi come funzionava esattamente questo intrigante gioco del telefono senza fili, non so nemmeno dirvi se Nettuno circondato da quelle belle donne abbia avuto veramente l'erezione, io ci ho provato a spiarlo, ma proprio non l'ho vista. Neppure so dirvi se veramente c'è quel vaso in cima alla torre degli asinelli, forse è questo il bello, continuare a cercare la risposta.
Però...
Una cosa posso confidarvela, vi svelo l'ottavo segreto di Bologna.
Esiste un altro segreto, il più bello secondo me, e probabilmente sono pochi a saperlo, tutti o quasi, ne conoscono solamente sette.
Esiste un posto, dove il tempo sì è fermato, dove non scorre. "L'Isola che non c'è" di Bologna. In quel posto è sempre autunno, cadono le foglie tutto l'anno che danzano sul cemento spinte dal vento che passando tra i rami racconta leggende e porta profumi d'oriente. L'incenso al sandalo infatti sovente arricchisce l'aria e i colori di stendardi etnici e thangka induisti sventolano assieme alle foglie che si staccano senza sosta dai platani secolari.
I volti sono sempre gli stessi, senza rughe e senza rimpianti. Come fiori che non appassiscono e come stelle che non cadono, bolognesi e non, vivono e abitano quel luogo misterioso con grande passione.
Variopinti di vita e di sorrisi e bizzarri come i pirati di Capitan Uncino, anche lui rifugiato su quell'Isola che non c'è per sconfiggere la tirannia del tempo.
Tra gli immortali di quel luogo, dove il tempo è bandito, seduta sulla solita panchina, proprio come la lasciai più di dici anni fa, quando anch'io mi rifugiai con i bimbi sperduti a scrivere canzoni tra le foglie che cadevano e i profumi che mi inebriavano, c'era ancora lei!
Lei è la mistica vecchietta, che con lo sguardo attento e il suo bel libro marchiato Jules Verne aperto sulle gambe, mi sorrideva... dopo dieci anni e come prima ancora.
"Che mi abbia riconosciuto?" pensai.
Non lo so.
Lei protettrice del Isola, Dakini di saggezza, oppure l'Oracolo così amato dal buon Morfeo. Oh buona vecchietta tu rappresenti la Resistenza al tempo.
Esiste un luogo a Bologna, che rappresenta il più importante dei segreti, l'ottavo.
Esiste una vecchietta che tiene fermo il tempo, è sempre autunno e camminando accarezzato dalle foglie, puoi ritrovare il giovane te stesso che non è ancora cresciuto come hai fatto tu.
Lui sta sdraiato senza soldi, con una penna in mano e un foglio trovato vicino al bidone dei rifiuti, dopo una notte insonne passata sotto le stelle, mentre i grandi dormivano. Il piccolo ragazzo sperduto che bevendo le sue prime birre, pensa che la vita valga la pena viversela, che valga la pena rischiare, che non occorre poi tutta questa arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere. Lui sta, su quell'isola, senza paura, con la penna in mano scrive la sua prima canzone, e scorrazzando da una parte a l'altra del prato, in una terra non sua vaga sempre protetto dal fiero e incoraggiante sguardo della buona vecchietta che stringendo al cuore il suo libro di Jules Verne gli sussurra: "Vai e vivi."
E mentre mi allontano dall'isola che non c'è, dall'autunno permanente, dall'Oracolo, ecco le risento! Le campane scandiscono le antiche ore defunte, è ora di andare, ma va bene così.
C'è sempre qualcosa pronto a stupirci là fuori, bisogna solo ricordarsi di vivere.
-Il Cantastorie-
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